Sfilata in bianco nero e beige alle Tuileries

Tremate, tremate, le streghe sono
tornate. Con la nuova collezione Dior pret-à-porter per la
prossima Primavera / Estate 2024, che ha sfilato a Parigi, come
ormai accade da diverse stagioni, la direttrice creativa Maria
Grazia Chiuri ha voluto continuare a esplorare gli accattivanti
legami tra femminilità e femminismo. Combinando le temporalità
del passato e del presente, la designer della linea donna della
prestigiosa maison francese è interessata a tutte le donne
ribelli che hanno affermato la propria indipendenza. Così, sulla
passerella delle Tuileries, su uno schermo in movimento composto
da tasselli di colori al neon dominati da fucsia e giallo lime,
appaiono e scompaiono immagini vintage di cartelloni
pubblicitari, alternate a frasi storiche femministe, dai
contenuti più attuali che mai. Ma il messaggio è uno, e arriva
al pubblico forte e chiaro: "I am not a mother, wife, daughter,
I am a woman"; oppure "The game is not her"; "You rule I resist
I am not empty space". Chiuri è partita da una riflessione sul
presente, pensando che oggi più che mai la moda abbia la
responsabilità di rendere le donne consapevoli del loro valore,
forti nelle loro differenze. Così le interessano tutte quelle
ribelli che hanno affermato una loro indipendenza rispetto a un
sistema al maschile e ne hanno contestato le regole. Sono le
streghe che conservano il sapere della dea madre, tramandano la
conoscenza delle piante e rispettano i tempi della natura. Così
le nuove creazioni hanno un stile medioevale, una linea a
colonna, anche se la giacca è di taglio maschile. È la grande
opera immersiva Not Her di Elena Bellantoni che continua
nell'oggi quel no a tutti gli stereotipi che costringono la
donna dentro confini predefiniti. La video installazione, che
occupa tutte le pareti della scenografia del fashion show, usa
il dispositivo analogico Split Flap: si susseguono figure
femminili (l'artista stessa) rielaborate da Bellantoni, in
chiave pop, seguendo gli immaginari della pubblicità sessista e
frasi che diventano contrappunto a rispondere allo stereotipo
dominante. "Non è lei, lei non è più tutto questo"