26/09/2023 19:56:00

Addio bipartisan a Napolitano, due volte Presidente

Il figlio Giulio: 'Oggi unità e condivisione'
Addio bipartisan a Napolitano, due volte Presidente

Per la prima volta un feretro, avvolto nel tricolore, varca il portone di Montecitorio alla fine della mattina. E' quello di Giorgio Napolitano, che in Parlamento riceve l'omaggio inedito di un funerale laico di Stato davanti al presidente Mattarella e alla premier Meloni, dopo il commosso saluto di Papa Francesco ieri alla camera ardente al Senato. Da lì la salma viene scortata con tutti gli onori fino alla Camera, dove entra attesa dai vertici delle istituzioni, mentre il picchetto d'onore intona solenne l'inno nazionale. Due volte presidente della Repubblica, primo inquilino comunista del Colle, presidente della Camera, ministro dell'Interno, deputato migliorista del Pci, senatore a vita, europarlamentare.

 

Uomo delle istituzioni, riconoscono tutti. Per ricordarlo il figlio Giulio sceglie le parole finali della sua stessa autobiografia: "ho combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate, e cercato via via di correggere errori, di esplorare strade nuove". Intendeva la politica - dice il figlio - come "ideale, missione, professione, ascolto, scelta etica e morale". Parole bellissime e piene di passione ricordano Napolitano. Come quelle di Anna Finocchiaro, compagna di viaggio, in lacrime quando dice "scelse il Pci per due ragioni piane e profonde, perché era il partito che più ha combattuto il fascismo e perchè si mescola al popolo". Poi quelle di Gianni Letta, importanti. Che scagionano Napolitano una volta per tutte dall'accusa di aver ordito complotti e congiure nel 2011, quando Berlusconi si dimise e gli successe al governo il tecnico Monti. "Questo è un lutto repubblicano, non ci sono divisioni di sorta", s'inchina Letta davanti a un uomo che ha amato l'Italia ma anche la lotta politica. Draghi, Monti, Letta, Renzi, Conte, Schlein, Salvini e Tajani dai banchi del governo con tutti i ministri ascoltano in silenzio.

 

Un silenzio che si fa assoluto quando l'uomo più ascoltato dal Cav affronta la scabrosa questione: "Certo Napolitano non intese mai in senso notarile il suo ruolo, esercitò pienamente i suoi poteri e la sua capacità di indirizzo" ma "senza mai venire meno a un rigoroso rispetto dei limiti fissati dalla Costituzione", nell'interesse del Paese. "Con Berlusconi si chiariranno nella luce", chiosa Letta. "Una delle figure più rilevanti della storia della Repubblica" omaggia Lorenzo Fontana, presidente della Camera, mentre il feretro è nella attigua stanza del governo, protetto per un'ultima volta dai Corazzieri. "Un protagonista della storia repubblicana, che ha ricevuto in Senato l'estremo saluto degli italiani e la storica visita di Papa Francesco", ricorda il Presidente del Senato Ignazio La Russa. "Un grande riformista europeo", lo saluta Paolo Gentiloni, mentre Giuliano Amato, dice: "dell'Europa fece una missione".

Ma è quando a parlare è Sofia May, la giovane nipote, che i cuori si sciolgono. Lei ha la voce che trema e gli occhi pieni di lacrime, ma la mano del fratello Simone sulla spalla le dà forza. Racconta del nonno tenero che portava i nipoti a Capri e Stromboli, gli scriveva sebbene ancora non sapessero leggere e suggeriva cartoni animati da guardare in tv. Ma anche dell'uomo del dialogo, nel nido domestico come nei Palazzi della politica. Un politico grande e una grande persona, che sognava l'Europa e insieme la piena realizzazione dei desideri dei nipoti, che voleva liberi, appagati, pronti a combattere per i loro ideali. "Cercava di offrire sempre una soluzione" e "ci ha insegnato l'importanza di trattare chiunque con rispetto e cortesia, a prescindere dalle differenze di opinioni e di posizioni" dice Sofia cercando lo sguardo intenerito della nonna Clio, che per il saluto al compagno della sua vita oggi sceglie il rosso vivo di una magnifica grande spilla di corallo. E piange, quando il figlio Giulio parla del "rapporto indissolubile" con il marito.

Il presidente della Repubblica Mattarella, quello francese Macron e quello tedesco Steinmeier applaudono Sofia. Così come la premier Giorgia Meloni, visibilmente colpita da tanto candore e grazia. Macron e Steinmeier, nei giorni difficili della crisi sui migranti, sono qui per rendere omaggio a Napolitano ma anche al suo amato Paese, l'Italia. E' il cardinale Gianfranco Ravasi a chiudere la celebrazione con parole bellissime sul rapporto privato con "l'uomo di altissima cultura" che citava Thomas Mann in tedesco, leggeva Dante ogni giorno e da laico definiva l'Ave verum di Mozart, testo religioso, "di bellezza ultraterrena". Il cardinale lo saluta con un verso dell'antico testamento: "quelli che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno nel firmamento come le stelle. Per sempre". 

Mattarella, attuare il dettato della Carta, lavoro non è merce
Mattarella, attuare il dettato della Carta, lavoro non è merce
Meloni: 'Avanti 5 anni con coraggio ed un pizzico di follia'
Meloni: 'Avanti 5 anni con coraggio ed un pizzico di follia'
Mattarella: 'La dignità del lavoro prevalga su altri interessi'
Mattarella: 'La dignità del lavoro prevalga su altri interessi'