Calcio: Premier; crisi senza fine per il Chelsea

Dall'Aston Villa all'Aston Villa,
sei mesi disastrosi di spese folli seguite da immancabili
delusioni: cambia tutto a Stamford Bridge, anche i tecnici in
panchina, ma la crisi del Chelsea non sembra avere fine.
Domenica i Blues sono stati sconfitti di misura dai Villas, la
terza battuta d'arresto di un avvio di stagione in perfetta
continuità con l'ultimo campionato, un fallimento totale. Dopo
sei giornate la squadra ora allenata da Mauricio Pochettino si
trova nella parte bassa della classifica, già lontanissima non
solo dal primo posto (il Manchester City è a +13) ma anche dalla
zona Champions (distante 9 punti). Lo scorso aprile, proprio a
seguito di una sconfitta ancora con l'Aston Villa, la proprietà
- lo statunitense Todd Boehly, a capo di Clearlake Capital -
aveva esonerato l'allora manager Graham Potter, affidando la
panchina ad interim all'ex leggenda Frank Lampard. Una scelta
disperata, dettata dalla raffica di "no" incassati da Boehly, a
capo del club londinese grazie alla cessione forzata di Roman
Abramovich. ma che da allora, nonostante investimenti mostruosi
nel mercato che hanno sfondato il tetto del miliardo di euro, ha
rimediato solo figuracce. Non solo il Chelsea ha ampiamente
mancato la qualificazione alle coppe europee nell'ultima
stagione, ma dall'esonero di Potter ad oggi ha vinto solo tre
partite, contro Bournemouth, AFC Wimbledon e Luton, segnando la
miseria di 16 gol in 19 partite: solo Luton e Burnley, entrambi
con una partita da recuperare, hanno segnato meno gol dei Blues
in questa Premier. Una disfatta ancor più sconsolante
considerata l'ennesima estate di spese folli, da Moises Caidedo
(pagato 116 milioni euro al Brighton) a Christopher Nkunku (60
milioni al Lipsia), a Romeo Lavia (62 milioni al Southampton).
Acquisti fin qui deludenti al di là di ogni giustificazione,
mentre chi è stato ceduto (Callum Hudson-Odoi, Christian
Pulisic, lo stesso Romelu Lukaku) sembra aver ritrovato nuova
linfa lontano da Londra. Un'ulteriore beffa per i tifosi dei
Blues, che mette in seria discussione la gestione complessiva
del club.