Cile, anche Boric alle corde per la crisi sulla sicurezza
"Ci sono tutte le
condizioni giuridiche per avviare una richiesta di impeachment
nei confronti del presidente ma preferiamo una volta di più
puntare sul dialogo". Così il leader del partito conservatore
cileno, Renovacion Nacional, il senatore Rodrigo Galilea, ha
annunciato oggi che il suo partito avrebbe desistito dal
presentare un'azione formale contro il presidente Gabriel Boric.
L'opposizione accusa il giovane capo di Stato progressista
di essere responsabile della grave crisi di sicurezza che
attraversa il Paese, dove la comparsa di gruppi criminali
stranieri - tra i quali il venezuelano Tren de Aragua - ha
portato a un'escalation della violenza senza precedenti nel
Paese.
"Il principale responsabile della situazione è il presidente
e il governo fino ad oggi ha evidenziato una totale incapacità
di risolvere il problema", ha aggiunto Galilea, che a nome del
partito ha deciso ad ogni modo di "dare una possibilità (a
Boric) per fare i cambiamenti necessari".
Chi non si è salvata tuttavia dall'avvio di un procedimento
formale di impeachment - in Cile 'acusación constitucional' -, è
la ministra dell'Interno, Carolina Tohá, accusata
dall'opposizione di aver "gravemente violato la Costituzione e
le leggi avendole lasciate inapplicate, non avendo adottato
misure più efficaci per proteggere la popolazione dalla
criminalità, dal traffico di droga e dalla criminalità
organizzata".