09/05/2024 16:51:00

Il Principe fulvo, un libro racconta Il Gattopardo

Tomasi di Lampedusa, le lettere, i libri di Yourcenar e Dickens
Il Principe fulvo, un libro racconta Il Gattopardo

SALVATORE SILVANO NIGRO, IL PRINCIPE FULVO (SELLERIO, PP. 169, EURO 14) Il Principe fulvo è saggio e racconto nel racconto: spiega l'origine del Gattopardo e illustra il metodo di lavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il volume nasce da una serie di seminari tenuti da Salvatore Silvano Nigro in alcuni dei maggiori atenei del mondo. Il Principe fulvo "non sarebbe mai diventato un libro se Elvira Sellerio non me lo avesse chiesto con insistenza, fino a pochi giorni prima della sua morte. Avevo fatto una promessa. La mantengo", rivela Nigro nelle pagine finali.
    Pubblicato per la prima volta nel 2012, il libro è ora riproposto in una versione aggiornata con una nota dello scrittore Francesco Piccolo che definisce Il Principe fulvo, un'opera "seducente". Riguardo al Gattopardo, Piccolo afferma: "Il tempo passa, ma la vicenda letteraria e personale di Tomasi di Lampedusa, invece di appassionare di meno, appassiona di più" e "più si conoscono i dettagli della sua vita, delle sue abitudini, e delle sue parche vicissitudini letterarie, più la curiosità cresce". Di aneddoti il libro di Nigro ne è ricco. Uno di questi riguarda la passione di Tomasi per Dickens e il Pickwick Papers, di cui aveva una copia sul "tavolino da notte, se lo portava in viaggio, se lo rileggeva di continuo". Ma era anche un fan delle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar: "Tomasi lesse e rilesse il romanzo. Si entusiasmò", fa sapere Nigro. Anche Yourcenar manifestò interesse per le opere del collega italiano, delle quali venne a conoscenza nel 1980: "Le piacque molto Il Gattopardo. E si sentì coinvolta nella malinconia dei Ricordi d'infanzia, nella rievocazione dorata della cosmopolita e favolosa Palermo dei Florio", rimase inoltre colpita dal racconto La Sirena.
    In una sezione intitolata Un film mancato, Nigro riporta una testimonianza del regista Mario Soldati che in un'intervista confessò: "La Titanus mi ha offerto di girare Il Gattopardo. Ho rifiutato perché non mi sentivo in grado di fare un film del genere: non conosco la Sicilia, bisognava entrare in un mondo che mi era estraneo, che sentivo lontano dalle mie attenzioni.
    Il libro mi piaceva assai, ma ho pensato che portarlo sullo schermo pur essendone così distante significava non rispettarlo sufficientemente".
   

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