08/05/2024 18:57:00

Lo scrittore Ovcina, 'Vucic è interessato all'amicizia cinese'

L'autore bosniaco a vicino/lontano sulla visita di Xi a Belgrado
Lo scrittore Ovcina, 'Vucic è interessato all'amicizia cinese'

"Il presidente della Serbia (Aleksandar Vucic, ndr) è assetato di potere e cerca di trovare qualcuno di forte per proteggere la sua incompetenza, la sua ideologia del sangue e della terra, così segue i russi, ed è anche interessato per questo ad avere i cinesi come amici, visto che non è in grado nemmeno di risolvere i problemi di base, né di assumersi le responsabilità per gli eventi in Bosnia o in Kosovo". Così lo scrittore bosniaco Damir Ovcina, autore di "Preghiera nell'assedio" (Keller editore), finalista del Premio Terzani 2024 e oggi tra i protagonisti del festival vicino/lontano, ha commentato per l'ANSA la visita di Xi Jinping oggi a Belgrado. Ovcina, testimone dell'assedio di Sarajevo e che interverrà al dialogo in programma domani, dedicato a "Popoli sotto assedio", con Domenico Quirico, inviato di guerra e Premio Terzani 2018 e la giornalista e storica Paola Caridi, si è soffermato sull'assedio a Gaza, tracciando similitudini con quello di Sarajevo, durato dal 1992 al 1996. "All'epoca dell'assedio di Sarajevo, fu facile per una certa propaganda far credere ai decisori in Occidente che l'intero problema fosse tribale e balcanico - ha detto Ovcina - ma non era così, e nessuno intuì la profonda influenza russa dietro le quinte, così si sostenne Miloševic". L'idea di base "per noi qui avrebbe dovuto essere che, benché qualcuno avrebbe potuto aiutarci, dovevamo risolvere gli assedi con i nostri sforzi e le nostre mani, se non con le armi occidentali".
    "Nessuno risolverà i nostri problemi, né quelli dei palestinesi, né di nessun altro - ha indicato lo scrittore - non così onestamente almeno, né così rapidamente. Quindi, almeno per quanto ci riguarda avremmo dovuto risolverli da soli, con una preparazione intelligente e dedicata e poi con l'azione. Ma non è facile essere sottoposti a un'enorme pressione e mantenere menti pulite e concetti di società libera come idee guida - ha concluso - tuttavia è proprio questo l'obiettivo: se si vuole un esercito capace, c'è bisogno di persone capaci e questo richiede menti aperte".
   

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